Hollande a una svolta

La Francia va alla guerra

Se Angela Merkel diventa l’eroina dell’accoglienza europea, può François Hollande non avere un asso nella manica per surclassarla? Ed ecco il presidente francese pronto a combattere l’Is sul fronte siriano, in modo da fermare addirittura gli esodi forzosi. Il cancelliere tedesco indossa l’elmo di Minerva? Il presidente francese ha già in testa quello di Marte. Hollande intendere impiegare l’aereonautica per bombardare le postazioni dell’Is, cosa che avviene già regolarmente e che coinvolge, fra l’altro la stessa Francia nella coalizione internazionale, se non che l’attuale partecipazione francese non consente autonomia di decisione e di azione. In una parola, la Francia non riesce a comprendere i rischi che corre da parte dello Stato islamico, di cui si considera, con diverse ragioni, un preciso nemico ed un prossimo obiettivo. Per questo il presidente Hollande ha deciso di sganciarsi dalla coalizione internazionale, iniziando una iniziativa propria sulla Siria e questo per decidere quando e dove colpire l’Is direttamente. In poche parole, la coalizione internazionale che contrasta o combatte l’Is, viene considerata superata e la Francia si prepara ad entrare in guerra da sola. Mentre i giornali italiani discutono della grande battaglia annunziata a Palazzo Madama fra la maggioranza e le opposizioni per modificare il bicameralismo paritario, “le Monde” di martedì pubblica un articolo dell’esperta del mondo arabo Myriam Benraad in cui si analizza la situazione in medio oriente. Chi lo legge si accorge che la ricercatrice considera l’impiego delle truppe di terra oramai inevitabile. Lo hanno capito gli americani, che per quanto riluttanti stanno aumentando i loro consiglieri sul suolo in Iraq, lo hanno capito i russi, che hanno addirittura sbarcato le loro truppe in Siria, e ora lo ha capito anche Hollande. Lo sganciamento della Francia dalla coalizione internazionale, prelude ad un’azione militare distinta che prima sarà aerea e potrebbe poi essere terrestre. Hollande è già intervenuto due anni fa in Mali con i parà, non sembrerà vero ai reparti militari ex coloniali francesi di poter tornare in azione dopo tanti anni impiegati nel lucidarsi gli stivali per le parate di Stato. Il presidente del Consiglio italiano ha reagito malamente alla presa di posizione francese. Colto di sorpresa, Renzi ha parlato di uno “spot estemporaneo” che l’Italia non intende avallare. Può darsi anche che l’intuizione del premier sia corretta, era Bonaparte a dire che i francesi amavano molto più la vanità che la libertà, ma la prospettiva è molto incerta e l’Italia farà bene a capire in fretta quello che i suoi partner stanno per comprendere, ovvero l’inevitabilità di una guerra combattuta contro lo Stato islamico sul “suo” territorio senza aspettare che quello attacchi il nostro.

Roma, 8 settembre 2015